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Una segheria veneziana in funzione

Aggiornamento: 30 giu 2023


Durante il mio periodo lavorativo presso il Parco Nazionale dello Stelvio, ho la fortuna di poter guidare i visitatori alla scoperta di una segheria veneziana ancora funzionante, in Val di Rabbi: la "Seghja di Begoi".


Si tratta di un opificio settecentesco che è stato utilizzato fino agli anni Sessanta del Novecento e restaurato dagli operai del Parco nel 1997. Ancora oggi è possibile assistere alla realizzazione di assi di legno con la sola forza dell'acqua e l'abilità di giovani segantini, i quali tentano di mantenere delle conoscenze pratiche che andrebbero altrimenti perdute.



Le segherie veneziane si distinguono da altre tipologie di segherie ad acqua per la presenza della ruota piccola e per la trasmissione diretta da moto circolare a rettilineo alternato tramite un sistema biella-manovella, senza la necessità di utilizzare moltiplicatori per far andare più veloce la sega. Infatti la ruota piccola gira velocemente, facendo sì che ad ogni giro dell'albero corrisponda un colpo di lama, ovvero un su-giù. Tali caratteristiche rendono le segherie veneziane particolarmente efficienti dove c'è una buona portata d'acqua e un dislivello da dove farla precipitare.


Ogni visitatore si sorprende nel vedere come da un "ruscello"- l'acqua che scorre nella roggia - si possano ricavare in pochi minuti tavole di legno tutte con la stessa precisione.





Visitare la segheria veneziana dei Begoi - si chiama così dallo scotum, il soprannome, della famiglia dell'ultimo proprietario - è anche un'esperienza sensoriale. L'acqua che si tuffa giù dalla doccia e che viene percossa ad ogni giro dalla biella-manovella emette un suono ritmico che ha qualcosa di ancestrale. I colpi del martello del segantino sui cunei arricchiscono la serrata melodia.



La segatura sprigiona un profumo delicato che si abbina alla sensazione che si prova toccandola e tenendola sul palmo della mano. Nella "sala macchine" le luci e le ombre del movimento del sistema di avanzamento del tronco rimbalzano sulle pareti.



Ogni componente è una piccola forma d'arte. Vari legni - larice, abete, frassino, maggiociondolo, eccetera - uniti sapientemente tra loro con incastri perfetti, con uno scarsissimo utilizzo di chiodi e ferri. Infatti spicca la catena che trascina il carro, unica parte in cui il ferro è protagonista. Si mischiano e si uniscono meccanismi e componenti originali con quelli più nuovi del restauro.



Parlare delle segherie idrauliche e della loro storia significa raccontare pure la storia dei legami e dei conflitti tra uomo e boschi. L'utilizzo interno, il commercio, il contrabbando, l'impoverimento delle selve e della biodiversità, l'arrivo delle scienze forestali e dei nuovi metodi di prelievo, le proprietà collettive, gli usi civici, le riconosciute funzioni dei boschi oggi, le catastrofi recenti. Ma anche le prospettive future.





Durante l'estate, il Parco Nazionale dello Stelvio metterà in funzione la segheria veneziana dei Begoi a Rabbi ogni mercoledì, con una visita guidata gratuita alle 13.30, una alle 14.30 e una alle 15.30...guiderò io! Sarò lieto di accompagnarti in questo salto nella storia delle nostre vallate.





Fotografie scattate in analogico su pellicola Ilford HP5 e con Pentax ME Super, obiettivo 50mm f 1.7




 
 
 

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Gabriele Canella

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